Cali, 03.11.2024 agi - La tanto attesa conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità si è conclusa sabato a Cali, in Colombia, senza purtroppo raggiungere l'obiettivo di finanziare e stimolare gli sforzi dell'umanità contro la distruzione delle differenti specie naturali, facendo presagire analoghe difficoltà alla Cop sul clima che si terrà a Baku fra una decina di giorni, infatti questa battaglia finanziaria Nord-Sud riprenderà l’11 novembre, in occasione dell’altra COP, la conferenza sul clima in Azerbaigian, e gli importi in gioco saranno dieci volte superiori.
La presidenza colombiana della Cop16 non è riuscita a mettere d'accordo i partecipanti sui finanziamenti da destinare alla tutela della biodiversità nonostante il negoziato sia andato avanti fino a notte inoltrata. Dopo altrettante 10 ore di discussioni notturne e alcune vittorie ottenute, il quorum si era abbassato, troppi delegati erano andati a dormire o dovevano prendere il volo per rientrare. "Naturalmente questo rende il potenziale" del processo delle Nazioni Unite più debole e più lento, ha detto Susana Muhamad, il Ministro dell'Ambiente colombiano che ha presieduto la conferenza, dal podio dove si è congratulata con le sue squadre. La chiusura formale dei lavori della COP16 è quindi rinviata a data da destinarsi, ha spiegato David Ainsworth, portavoce della Convenzione sulla diversità biologica (CBD).
La più grande COP sulla biodiversità, con una partecipazione record di 23.000 partecipanti, aveva una missione centrale: stimolare la timida applicazione dell'accordo Kunming-Montreal, siglato due anni fa per salvare il pianeta e gli esseri viventi dalla deforestazione, dall'eccesso di sfruttamento delle risorse, dal cambiamento climatico dovuto all'inquinamento. L'accordo del 2022 presumeva di stabilire aree protette sul 30% della terra e dei mari, oltre ad altri 22 obiettivi fissati per il 2030. Per raggiungerli, l'accordo prevedeva di aumentare la spesa annuale a 200 miliardi di dollari; i paesi sviluppati si sono impegnati a fornire 30 miliardi di dollari entro il 2030 (rispetto ai circa 15 miliardi di dollari nel 2022, secondo l'OCSE). Ma dopo 12 giorni di vertice, nè i paesi ricchi, guidati a Cali da Unione Europea, Giappone e Canada, nè quelli in via di sviluppo, Brasile e gruppo africano in testa, hanno accettato le proposte degli altri.
Oggi, la presidenza colombiana ha constatato l'impasse e ha sospeso la conferenza. Questa battaglia finanziaria fra Nord e Sud del mondo dovrà pero' riprendere l'11 novembre, nell'altra COP, quella sul clima, in programma in Azerbaigian. Gli importi saranno in questo caso dieci volte superiori. "Questo segnale negativo si ripercuoterà sugli altri negoziati ambientali di fine anno (clima, plastica, desertificazione), perché evidenzia un profondo disaccordo sulla possibilità stessa, politica e tecnica, di effettuare trasferimenti Nord-Sud in modo completamente diverso ", analizza Sèbastien Treyer, del centro ricerche Iddri.
“La mancanza di progressi in campo finanziario di fronte a una perdita di biodiversità senza precedenti sta mantenendo il mondo sulla strada della distruzione della natura e dell’estinzione delle specie”, lamenta Brian O’Donnell, direttore dell’ONG Campaign for Nature. Inoltre, a Cali, i Paesi non sono riusciti ad adottare regole ambiziose e indicatori affidabili per verificare la realtà dei loro sforzi alla COP17. La COP17 si terrà nel 2026 in Armenia, che ha assunto la presidenza dal suo storico nemico Azerbaigian con un voto senza precedenti giovedì.
D’altra parte, a Cali i Paesi hanno adottato l’istituzione di un fondo multilaterale che dovrà essere alimentato dalle aziende che traggono profitto dal genoma digitalizzato di piante (come l’aroma di vaniglia) o animali provenienti dai Paesi in via di sviluppo. L’efficacia di questo ‘Fondo di Cali’ rimane incerta, in assenza di obblighi chiari. Ma sta già rispondendo a una forte richiesta storica dei Paesi in via di sviluppo di ripagare il debito contratto dal Nord del mondo e dalle sue aziende farmaceutiche e cosmetiche. Il testo suggerisce un importo indicativo dello 0,1% dei ricavi o dell’1% dei profitti. Posto sotto l’egida dell’Onu, il fondo distribuirà il denaro raccolto per metà ai Paesi e per metà alle popolazioni indigene. I popoli indigeni hanno ottenuto una vittoria storica: la creazione di un organismo permanente che li rappresenti all’interno della CBD, la cui adozione è stata accolta con entusiasmo. “Questo è un momento senza precedenti nella storia degli accordi multilaterali sull’ambiente”, ha dichiarato un’entusiasta Camila Romero, dei popoli Quechua del Cile. Nonostante la minaccia della guerriglia e sotto stretta sorveglianza, la Colombia è riuscita a trasformare il vertice in una grande festa popolare della natura nel centro di Cali.
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